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Il dolce potere delle Corde

La Fondazione Guglielmo Giordano sostiene la mostra “Il dolce potere delle Corde”.
Firenze, dal 21 giugno al 23 settembre 2012


Ascoltare con gli occhi

La mostra odierna è dedicata a un oggetto: lo strumento a corda. Come tutti gli strumenti, esso necessita dell’intervento della mano per adempiere alla sua funzione. Solo così si crea il suono delle corde, che poi, invisibile e incorporeo, pervade lo spazio, riempiendolo di armonia. Il potere dello strumento a corda di creare armonia ha ben poco di magico, piuttosto ha a che fare con le regole delle misure e delle proporzioni note sin dagli esperimenti di Pitagora con il monocordo, e valide ancora oggi. Tuttavia, l’azione del  suonare uno strumento a corda non rientra tra i procedimenti meccanici, né tantomeno può essere eseguita da chiunque.


Le opere esposte mostrano quattro dei più famosi maestri, tre dei quali personaggi mitici e un quarto dell’Antico Testamento: Orfeo, Apollo, Arione e Davide. Tutti suonano uno strumento a corda ed è evidente come sia proprio quell’oggetto sonoro a determinare la vita di ciascuno di essi: con il suono della lira Orfeo ammansisce gli animali feroci e induce alla commozione persino le divinità degli inferi; il citaredo Apollo dirige le muse e i suoni del cosmo; Arione placa il mare in tempesta, mentre Davide riesce a calmare con la sua arpa la melancolia di re Saul.
Le opere selezionate invitano a riflettere sul legame tra musica e pittura. Il foglio di Jan Muller, scelto anche per la copertina del catalogo, documenta in modo esemplare le sfide e le potenzialità dell’opera figurativa nel tentativo di rendere leggibile il suono.

Muller mostra Arione nell’atteggiamento tipico del musico ispirato, con il capo gettato indietro per percepire i suggerimenti che gli arrivano dall’alto. I suoni cosmici sono impercettibili all’orecchio umano e solo chi è ispirato dagli dei come Arione può sentirli: soltanto tramite il suono della sua lira, pertanto, noi possiamo cogliere un’eco dell’armonia celeste. Ciò che è impedito all’orecchio umano è concesso all’occhio – almeno nell’incisione. Muller con grande virtuosismo rende i potenti suoni cosmici con una fitta spirale, le cui linee si propagano come onde sonore nell’intero spazio del cielo; il suo epicentro, e quindi l’origine del suono, si trova però alle spalle di Arione. In tal modo, l’idea dell’artista giunge alle sue estreme conseguenze: Arione riesce a sentire, ma non può vedere ciò che, viceversa, noi non siamo in grado di udire, ma che intuiamo osservando l’immagine.
Questa premessa, intenzionalmente firmata a quattro mani, introduce un catalogo e una mostra che possono essere presi a corollario di quanto detto sopra: anche noi – il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e il Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut – stiamo ricercando un’unione, tanto stretta quanto proficua, tra le nostre opere e le potenzialità culturali e creative di molti giovani studiosi, riproponendo il binomio tra strumento a corda (il GDSU) e intervento della mano (il KHI). Quanti vorranno visitare l’esposizione e leggere questo volume giudicheranno se il suono, così restituito, sia armonioso e suadente.


Questa mostra non sarebbe stata possibile senza la consueta attività, professionale e appassionata, dello staff del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, al quale vanno tutti i nostri ringraziamenti e la nostra affettuosa gratitudine, una gratitudine che estendiamo inoltre all’Associazione Culturale Metamorfosi, per il suo generoso sostegno economico; ai gentili colleghi che hanno concesso prestiti per noi davvero determinanti; all’editore Daniele Olschki per l’impegno profuso nel portare a compimento il novantottesimo volume della storica collana dei cataloghi di mostra del GDSU; infine a tutti coloro, che con suggerimenti e consigli, hanno incoraggiato il nostro lavoro, migliorandone qualità e risultati.